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quando La luna nuova incontro’ urano in ariete

[English version of the article – When the New Moon met Uranus in Aries]

Si era voltata. Guardava in estasi il Sole, voltando le spalle alla Terra. La Terra, immalinconita, si chiedeva perchè. Si sentiva un poco abbandonata dalla Luna, la sua amica da sempre. Ma stavolta la Luna sembrava veramente rapita dal Sole, e non c’era niente da fare. Così la Terra si ripiegò su se stessa, silente. Fece un sospiro, e da lontano sentì un richiamo.

Era un richiamo lontanissimo. Giungeva con una eco, come se quella voce arrivasse da distanze difficili da misurare. Però si sentiva. La Terra si guardò intorno, cercò l’origine di quella voce. E laggiù, lontano, lo riconobbe. Il pianeta Urano si stava rivolgendo proprio a lei, e sembrava parlottasse anche con la Luna. Sembrava avere anche qualche piccola discussione col Sole. Insomma, Urano aveva qualcosa da dire a tutti.

Urano, forza del Cielo, forza innovativa e ispiratore di cambiamenti sostanziali e spesso sottili, mentre passeggiava in Ariete, si accorse che da quelle parti circolavano sia il Sole che la Luna. Non solo, ma la Luna in quel momento sembrava così rapita dal Sole. “Non ci siamo”, pensò Urano. Così iniziò con la Luna, e le disse “Vedi che questo tuo rapimento serva a qualcosa, capito?”. La Luna si rivegliò di soprassalto, tanto era assorbita dalla vista del Sole. “Va bene, va bene…” gli rispose. Il Sole preferì non intervenire, si sentiva bruciare già abbastanza.

Pianeta Terra, foto NASA Wikicommons

Urano poi si rivolse alla Terra. La Terra lo guardò, e gli oceani si mossero un poco, quasi le si arrossassero le guance. Si sentiva piccola, non sapeva bene come comportarsi.

Questo essere così distante, così consapevole, così potente l’aveva sempre un poco sconcertata. Ne percepiva la forza, la capacità di cambiare e rigenerare gli aspetti più sottili di sè. Mercurio, quando lo incontrava, si divertiva da matti. Ma per lei, ecco, non era così semplice.

Urano disse a sua figlia Venere – “Venere, occupatene tu, capito?” Dal cielo arrivò uno scintillìo più forte, e il pianeta Venere si fece vedere come non mai. “Va bene, padre, lo farò”. La Terra fece un sospiro di sollievo, Urano era fin troppo per lei. Venere, dalla costellazione del Toro, fece una carezza alla Terra. Le disse “Abbi fiducia in te, respira. Abbi cura di te. Non ti preoccupare, la Luna presto tornerà da te e ti racconterà cosa ha visto nello sguardo del Sole”. Si mossero le fronde delle foreste: pini, abeti, tutte le conifere emisero un lungo respiro profumato di resina.

quando venere incontrò le pleiadi…

Molte notti vidi le Pleiadi,
sorgenti attraverso l’aria serena,
brillare come uno sciame di lucciole
aggrovigliate in una treccia d’argento.

[Tennyson]

Photo: https://deography.com/


Venere, conscia del suo splendore, passeggiava fiera per il Cielo. Venere Urania, come raccontano gli inni orfici. Nelle sue lunghe passeggiate non potè non notare, una sera, sette luminose sorelle che giocavano in cielo. Alcune erano di una bellezza estasiante, altre sembravano più semplici. Venere si ingelosì, ma il suo amore per la bellezza prevalse: volle conoscere le sorelle.

“Chi siete?” chiese loro.

Le donne si guardarono – non avevano mai visto una presenza femminile così elegante e bella. “Noi siamo sette stelle, le Pleiadi. Ci chiamiamo Asterope, Merope, Elettra, Maia, Taigete, Celaeno e Alcyone. E tu chi sei, bella signora?”.

Venere aggrottò un pò il sopracciglio. “Bella signora? Io sono una dea!”. Poi calmandosi, disse: “Io sono Venere, dea della bellezza. Stavo passeggiando e vi ho viste… avete un candore raro, il vostro gioco era leggiadro. Di chi siete figlie?” – “Nostro padre è Atlante, colui che porta la volta celeste sulle spalle, e nostra madre è Pleione, figlia di Oceano e di Teti”.

Venere le guardò attentamente. “Voi dunque siete figlie del mare…un luogo a me caro” disse, portandosi la mano verso il volto, quasi a ricordare le carezze dei flutti che la accolsero alla sua nascita. “Continuate la vostra danza, mi rallegra l’animo. Sceglierò poi una di voi che danzerà con me”.

Le sette sorelle ripresero la loro danza, muovendosi circolarmente, poi come fossero un serpente che cercava la propria coda, si rincorsero l’una con l’altra, ridendo, scherzando e muovendo le loro vesti grazie ai soffi di Eolo.
In quell’istante Venere le fermò. “Tu!” disse, indicando fulminea la sorella che era vicina a lei. Maia, la più bella, si fece avanti. “Divina, io sono Maia, cosa posso fare per te?”- “Danza con me, Maia. Danza con me”.

Venere le prese la mano, e i loro sguardi si incontrarono. Iniziarono a muoversi, nel cielo terso, mentre molte stelle le guardavano. Persino Aldebaran, stella gigante della Costellazione del Toro, si voltò.
I loro piedi si muovevano senza peso, i loro corpi danzavano senza fatica. Venere si illuminava di una bellezza senza precedenti, mentre Maia sentiva il sangue scorrere nelle vene, la pelle rigenerarsi, un sorriso di felicità le permeava il volto senza permetterle di tirarsi indietro. La passione e la vitalità di Venere rinnovava e stimolava i suoi sensi.

Un profumo si sparse nel cielo, un profumo che presagiva la primavera.

*

Venerdì 3 aprile il pianeta Venere “incontra” le Pleiadi in cielo, ed è un fenomeno visibile. Puoi seguire questo momento speciale anche online collegandoti ad un Telescopio Virtuale: https://www.virtualtelescope.eu/2020/01/15/venus-meets-the-pleiades-online-event-3-apr-2020/