Pace a Milano

Oggi, sabato 2 agosto, sono andata in centro per sbrigare le ultime commissioni prima di andare in Val di Taro. Sono uscita abbastanza presto, e così ho trovato una città tranquilla, con strade che non vedevo così da tempo. Faceva ancora un pò fresco, sembrava di camminare in città a fine settembre però con un decimo delle persone per strada. Ad un certo punto potevo vedere da una parte il Duomo, dall’altro il Castello Sforzesco, e questo tratto di strada che li collega, e che definisce una “arteria” lungo la quale tanti di noi hanno speso migliaia di passi.

Proseguendo il cammino, ho attraversato Piazza della Scala, e sono poi arrivata a Brera. C’erano parecchie persone ai bar che leggevano il giornale, con facce distese, molte delle quali appartenenti a turisti di passaggio. Così, in questo due di agosto, mi sono seduta anch’io in un bar, dove ho trovato il mio posto ideale, ad un tavolino sul quale c’era accesa una bella candela.

Ho iniziato a scrivere, e per un attimo ho avuto la sensazione che in quel momento, tutte le persone presenti fossero, semplicemente, in pace. Seduto di fronte a me, ma spostato a lato, un ragazzo che digitava sul suo cellulare. Un pò più in là, una coppia rilassata che legge il giornale e dialoga.  Poi padre e figlio seduti sul tavolino di fianco, e di fronte una famiglia di quattro persone, turisti che si godono una colazione generosa di pane tostato e marmellata.

In quel momento condividevamo tranquilli un mattino che sapeva di pace. Io ne facevo parte, e avremmo potuto essere in un paesino, e conoscerci tutti. Questa era la sensazione, anche se di fatto nessuno sapeva nulla dell’altro.  Questa piccola comunità mi ha dato un senso di bene, di vita, di condivisione. E nessuno se ne voleva andare – curiosamente, invece dei soliti ritmi veloci, stamattina lì stavamo tutti bene. Ho sentito questa sensazione di pace, quando ognuno ha il suo posto e crea la sua vita in concordia con le vite degli altri. Pace anche a Milano.

 

Solidago, la Verga d’Oro che Purifica e Lenisce

Grazie ad una passeggiata all’Orto Botanico di Brera, incontro a fine luglio delle bellissime piante di Solidago canadensis. Vive, forti, e ricchissime di fiori, si presentano luminose e radiose, col loro giallo ricco che pare una vera macchia di luce all’interno del giardino.

Solidago canadensis

Apprezzata dalle api, la Solidago canadensis mi attrae per il suo portamento, e per i fiori che sono fitti, quasi a creare una piccola “foresta gialla”, e allo stesso tempo sono delicati, danno un senso di leggerezza gioiosa.

Il genere Solidago è composto da tantissime specie, e la più conosciuta è la Solidago virgaurea, dalla quale poi viene il nome “Verga d’oro”. Ho l’opportunità di berla in infuso, e subito mi arriva la sensazione del suo potere antinfiammatorio. Segue una sensazione di rilassamento, e la percezione del principio amaro, che è presente ma non è eccessivo. La Verga d’oro è conosciuta per le sue proprietà diuretiche e epatiche, e quindi viene utilizzata nella pratica erboristica per sostenere il ricambio dei fluidi. Il suo colore giallo fa pensare proprio al suo tropismo epatico, e unendo queste qualità di aiuto al fegato e ai reni, possiamo considerare questa pianta un buon depurativo ed equilibrante.

Solidago canadensis

Si percepisce anche la sua qualità antispasmodica, e ricordiamo poi che il suo valore antinfiammatorio può essere apprezzato facendo degli sciaqui con l’infuso, per esempio io la uso se ho un pò di infiammazione alle gengive.

La Solidago virgaurea, ma anche la Solidago canadensis, sono dei buoni cicatrizzanti e se ne può ricavare un oleolito da applicare sulla pelle, o da trasformare successivamente in un unguento.

Avevo scritto tempo fa come si prepara un oleolito, trovi qui la ricetta.

Questa pianta ha una presenza intensa, e riunisce molte qualità che possono essere di beneficio nella vita di tutti i giorni. Mi piace berla in tisana, e la preparazione dell’oleolito ti permetterà di avere a disposizione un buon prodotto per la pelle. Il nome “Solidago” infatti non è casuale, ma significa sostanzialmente “rendere solido”, “consolidare“, e quindi cicatrizzare.

Solidago canadensis

Tutte queste qualità vengono mantenute anche nell’olio essenziale, che non è facile da trovare in erboristeria, ma che alcuni siti online propongono. Chiaramente per uso interno è preferibile a mio avviso l’utilizzo della tisana, mentre per prodotti per la pelle, e per il massaggio, l’olio essenziale sicuramente è interessante.

La sua qualità rilassante porta verso una calma “che nasce da dentro”, e questa pianta così bella ci mostra forse la via per ritrovare la calma in noi stessi, cioè lasciando andare le tossine (fisiche ed emotive), lasciando andare la bile (la rabbia…) e attivando un processo interiore (e non solo della pelle) per consolidarci e ritornare verso l’unità con noi stessi.

 

 

Aromatherapy, Perfumery and Wine sensoriality

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