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Aromaterapia, Emozioni e Psicologia Olfattiva: il Profumo come Via verso Se stessi

Per agevolare i miei studenti nella loro formazione in Aromaterapia e Profumeria Botanica, ho sviluppato un metodo che ho chiamato “Healing through Scents and Consciousness”. Questo metodo di apprendimento si basa sulla mia esperienza di insegnante e su quella delle tante persone che hanno seguito i miei corsi.

Hai mai sentito parlare di “intelligenza olfattiva“? Probabilmente no. Pochi parlano di questa parte di noi stessi latente e sconosciuta…eppure è una parte della nostra intelligenza, che usiamo spesso e che diamo per scontata. Vediamo di andare un pò più a fondo…quando si parla di odori e profumi si pensa ai ricordi. Ti è capitato almeno una volta nella vita di annusare qualcosa e ricordati di qualcos’altro? A me sì, eccome…gli odori evocano in noi immagini e ricordi ad una velocità che ci stupisce, perchè è così immediato che non riusciamo a gestirlo, semplicemente accade.

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La memoria dunque è correlata all’olfatto (e non solo, potremmo dire ai sensi in generale); ma l’olfatto ha un’altra funzione molto interessante: il discernimento. Noi annusiamo qualcosa per capire se va bene o meno per noi, e questo lo fanno anche gli animali, ed alcuni animali basano le loro scelte molto di più sull’0lfatto che sulla vista. Se annuso una cosa e mi piace, la mangio; questo mi evita di doverla mangiare per capire se mi piace o no (e se fosse tossica mi accorgerei tardi che lo è…quando l’ho già mangiata). Ecco dunque che l’olfatto ci restituisce la possibilità di analizzare la realtà, e capire se va bene o meno per noi. Diciamo “hai naso” in modo simbolico. E l’olfatto è simbolico: allenarlo non aiuta soltanto a creare dei bei profumi, ma a rendere la mente più lucida, a discernere, e a scegliere in tutti i campi della vita.

Per anni ci hanno parlato dell’olfatto in modo pseudoromantico, avvicinandolo sempre al tema dei ricordi; e questo aspetto seppur vero, lo rende forse un pò naif e riservato solo ai melanconici, alle persone sognatrici. Bene, il discorso sulla memoria è vero ma soltanto in parte: l’0lfatto è un senso legato al presente, e alla sopravvivenza. Viene sicuramente prima del gusto, e anche del tatto se lo pensiamo dal punto di vista della sopravvivenza. E la sopravvivenza è una funzione essenziale, e quindi capiamo come il nostro naso sia lì non solo per darci tanti ricordi, ma piuttosto per salvarci la vita e permetterci di orientarci nella vita stessa secondo un paradigma che è istintuale e legato alla scelta tra”quello che mi fa bene” e “quello chenon mi fa bene”. Il nostro naso è un laboratorio che analizza la realtà circostante, e noi possiamo valutare poi questi dati (del tutto inconsciamente) e operare delle scelte. Ritrovare il proprio olfatto, allenandolo creando profumi e studiando Aromaterapia, ha proprio questo scopo, di risvegliare una parte di noi sopita che è fondamentale, e che ci permetterà di vivere una vita più piena, consapevole e ricca.

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La funzione della scelta è una funzione fondamentale; noi scegliamo di continuo e finchè non lo facciamo consapevolmente, sceglie qualcosa dentro di noi che non sempre sa dove andare per darci la pienezza che cerchiamo.

Recuperare la percezione olfattiva è una rivoluzione, che porta ad una presa di consapevolezza di sè e del mondo circostante, sviluppa la capacità di scelta, e nutre profondamente la parte più viva e vitale di noi, perchè utilizzando solo oli essenziali naturali e puri, attingiamo all’energia primordiale delle piante, degli alberi, e del regno vegetale.

boccette di oli essenziali

Su queste basi si sviluppa il metodo Healing through Scents and Consciousness, con il quale gli studenti riscoprono parti di sè sopite, sviluppano creatività, discernimento, comprensione, apertura, passione, ed accendono in sè un potenziale che aspettava solo di essere “richiamato”. Se ti senti in linea con questo sentire, ti aspetto ai miei corsi, per fare un pezzo di strada insieme, in questo orizzonte infinito che è l’Esistenza.

Il micio che sentiva la rabbia…Willow e il risentimento

Con questo articolo inizia la collaborazione col blog del dott. Stefano Cattinelli, veterinario, che lavora con persone e animali 🙂 in un’ottica di trasformazione interiore.

Alleggerire l’amarezza della vita…un micio e la sua anziana custode.

“Ecco, mi disse la donna, questa è la storia!”.

Si asciugò le copiose lacrime che scendevano sul suo viso.

Eravamo di fronte a Bibo un gatto di 13 anni che era da parecchio tempo che vomitava.

“Da quanto?” avevo chiesto alla donna.

“Da un mese” mi aveva risposto.

Willow dei fiori di Bach e il gatto Bibo John Maffei via Compfight

Mi interessava che lei vedesse lo stretto  legame emozionale che esisteva tra lei e il gatto.

Avevo insistito allora per farmi raccontare quale evento, così sconvolgente, all’interno della vita della donna, poteva essere successo proprio in quel periodo.

La donna aveva circa ottant’anni; la sua vita era molto tranquilla, scandita da piccole passeggiate e dalle mansioni domestiche; viveva da sola con i suoi due gatti.

Davvero non fu difficile farle raccontare l’episodio incriminato.

“Sa dottore, io non ho molte amiche; c’è ne una, in particolare, che non vedo molto di frequente perché abita in Belgio. Lei passa una volta all’anno a Trieste per andare in Dalmazia.

Circa una mese fa è accaduto che il mio vicino mi ha detto che questa mia amica è passata per salutarmi e, non avendomi trovata, ha lasciato a lui un regalino per me.

Dottore mio, non sa quanto mi è dispiaciuto non rivederla! Sa, io sono piuttosto vecchia e alla mia età… ogni anno… non si sa mai!

Ma perché non mi ha aspettato? Questo mi domando io… non poteva aspettarmi? Eppure  lo sa che al massimo vado a fare la spesa nella bottega sotto casa”.

Mentre parlava la donna era costretta ad  asciugarsi le lacrime.

“Mi fa rabbia, si! Rabbia e anche dolore…Non mi va davvero giù che non mi abbia aspettato! Cosa le costava?!”.

Sentii che quel grido di dolore, nella solitudine della vita della donna, quell’essere finalmente in contatto con le proprie emozioni e lasciarle esprimere, portandole fuori, sarebbe stato in grado di “alleggerire” anche Bibo.

Lui ci guardava, placido, dal trasportino.

Ci guardava e sentiva tutto; non ascoltava, ma sentiva: sentiva la rabbia che finalmente usciva, il dolore, l’amarezza e la disperazione che, come nuvole di fumo denso, avevano incominciato ad impregnare tutto l’ambulatorio.

Sono più che sicuro che li riusciva a vedere.

Ogni tanto, alzando leggermente la testa, guardava in aria, in un punto indefinito nel mezzo della stanza.

Con la coda dell’occhio, dentro una percezione allargata, lo vedevo attento a quello che succedeva intorno a lui.

Quando la signora ebbe finito il suo racconto mi alzai e andai verso Bibo.

Lo accarezzai e lui mi fece le fusa.

L’amarezza, il dolore, e di conseguenza il vomito, non avrebbero più abitato in quel corpo di gatto.

E così fu.

Fiore di Bach che si può associare: Willow,  questa essenza cura l’amarezza e il risentimento; è indicato per chi si sente vittima della circostanze della vita; per quelle persone che subisco l’ingiustizia delle circostanze e che tendono ad indurirsi nei sentimenti e spesso anche nel fisico. Willow riporta una disposizione d’animo più “sprizzante” insegnando alla persona a “digerire “gli eventi e a fluire con il flusso della vita.

Per contattare il dott. Cattinelli visita http://www.stefanocattinelli.it/