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Cinnamosma fragrans: presente e futuro della Mandravasarotra in Aromaterapia

La Cinnamosma fragrans è una pianta ben conosciuta in Madagascar per molte qualità curative, ed è tra i rimedi botanici utilizzati da più dell’80 percento della popolazione. Raccogliere le foglie per produrre in modo sostenibile l’olio essenziale è un progetto commerciale che attrae, in contrasto con le pratiche di agricoltura distruttiva che hanno portato alla devastazione della maggior parte delle regioni forestali dell’isola. La pianta e le sue qualità sono state documentate per più di 100 anni ma per ora c’è poca documentazione scientifica disponibile.

La Cinnamosma fragrans Baillon, che fa parte della famiglia delle Canellaceae, è un piccolo arbusto o albero che cresce fino a cinque metri in altezza a seconda dell’habitat ed è endemico nella zona nord-ovest del Madagascar (Canonica et al, 1969). E’ una pianta che si è adattata alle condizioni climatiche dove periodi di forte pioggia si alternano con periodi di siccità e si trova nelle foreste interne fino a 600 metri. Si trova anche ad altitudini inferiori nelle regioni costiere.

Cinnamosma fragrans in Aromaterapia, l'olio essenziale di Mandravasarotra Franck Vervial via Compfight

La pianta cresce su suoli silicei o gessosi, spesso vicino all’acqua o in zone rocciose e ombrose. Le foglie sono sempreverdi e molto aromatiche, con un gusto speziato e piccante. Fiorisce da settembre a novembre, i fiori sono ermafroditi, piccoli e bianchi. I frutti sono scuri e ovoidali, e si sviluppano durante la stagione delle piogge tra dicembre e maggio (Perrier de la Bâthie, 1954). Nella lingua malgascia la Cinnamosma fragrans è conosciuta da alcune tribù come ‘sakarivohazo’ o ‘mandravasarotra’, e quest’ultima parola ha il significato di “pianta che distrugge le malattie” o che “tiene lontane le cose cattive”. Recentemente è stata chiamata “saro”, un diminutivo di “mandravasarotra”. Un’altro nome tribale è  ‘motrobeatinainy, che significa “un grande fuoco nella pancia”  (Rakotoarison et al, 2006). Le altre due specie del genere, C. madagascariensis and C. macrocarpa, sono prevalenti in altre regioni del Madagascar. Entrambe si trovano nelle foreste orientali, la prima dai 900 ai 1500 metri di altitudine, la seconda tra i 600 e i 900 metri di altitudine. Un’altra varietà, C. madagascariensis può essere trovata a basse altitudini nelle foreste orientali vicino alle coste.

Aromaterapia e l'olio essenziale di  Mandravasarotra Valerie via Compfight

Gli usi tradizionali in medicina etnobotanica

La Saro è utilizzata per le infezioni grastrointestinali, respiratorie e parassitiche  (Pernet and Meyer, 1957; Schulte et al, 1972; Boiteau and Allorge-Boiteau, 1993) e per la malaria  (Randrianarivelojosia et al, 2003). Le parti aeree sono utilizzate per trattare problemi biliari e come diuretico (Pernet, 1957) mentre la corteccia è usata per combattere dolori di stomaco e la sifilide (Heckel, 1910). Le radici sono usate per trattare tosse, asma e dissenteria e il liquido che si ricava dalle foglie è molto efficace per ferite e ascessi.

La pianta è utilizzata come antiveleno, e come tonico generale per bambini o donne indeboliti da lavori pesanti; viene utilizzata anche come immunostimolante. Preparate come un tè, le foglie della Saro con quelle della “voafotsy” (Aphloia theiformis) sono bevute dagli uomini della tribù Tanala prima di combattere in gare sportive o rodei. La Saro è anche conosciuta come trattamento per disturbi sensoriali e del sistema nervoso  (Pernet and Meyer, 1957). Alcune applicazioni possibili riguarderebbero anche il miglioramento della memoria e la regolamentazione di appetito e emozioni  (Sterner and Szallasi, 1999). La distillazione è un metodo conosciuto relativamente da poco in Madagascar e gli usi tradizionali venivano e vengono fatti tramite decotto.

Per trovare la Cinnamosma fragrans, un buon punto d’inizio è il porto importante di Mahajanga sulla costa nord-occidentale, che ha una popolazione di più di 100 mila persone. Qui si può arrivare con un volo interno di meno di un’ora da Antananarivo,

Ci sono un buon numero di distillerie in città che sono rifornite di materiale raccolto più a nord, e trasportato verso sud via il canale del Mozambico usando delle piroghe. [Continua…]

A breve completeremo il nostro viaggio in Madascagar con la Mandravasarotra insieme a Bob Harris, direttore di Quintessential Aromatics Ltd. che con questo articolo inizia la sua collaborazione con il blog.

Bob Harris si occupa di ricerca scientifica in Aromaterapia da più di 20 anni, andando anche “sul campo” e eseguendo rilevamenti clinici in tutto il mondo. I suoi contatti sono:  bob@quintessential.uk.com, www.quintessential.uk.com

 

La via dell’Incenso: la storia di una delle resine più usate dall’Antichità per il suo Aroma

Quando parliamo di Incenso, abbiamo davanti un intero orizzonte: non esiste soltanto una resina di Incenso, bensì molti tipi di Boswellia, e in realtà diversi tipi di Resine che hanno un legame con il Sacro e l’Antichità.

Uno degli incensi più pregiati è prodotto dalla Boswellia Sacra, proveniente dall‘Oman, che da sempre ne è il produttore per elezione, ed era punto di partenza di carovane che dovevano arrivare fino al Mediterraneo, e di scambi anche con India e Oriente. La Boswellia Sacra cresce anche in Somalia ed Etiopia, ma la via dell’Incenso della tradizione parte appunto dall’Oman; ci sono inoltre altri alberi di Boswellia che sono utilizzati per produrre l’Incenso, come Boswellia frereana, Boswellia rivae ecc…

Se pensiamo che all’epoca non ci fossero grandi scambi, ci sbagliamo: già prima della nascita di Cristo gli scambi internazionali esistevano, e coprivano anche distanze considerevoli attraverso territori difficili. Portare per esempio l’Incenso dall’Oman al Mediterraneo richiedeva il cammino in terre arse, in alcune aree anche con colline e rilievi, e il pagamento di “dogane” che erano imposte e che rendevano ricche le città sulla via carovaniera.

boswellia sacra e aromaterapia

 Boswellia Sacra, Oman, opera di Mauro Raffaelli

L’Incenso è da sempre collegato ai rituali, e non solo ai rituali sacri; gli imperatori, i faraoni, ne facevano un uso estensivo…

La Boswellia Sacra è una resina che viene raccolta dagli alberi, o per produzione spontanea, o dopo aver effettuato un’incisione sul tronco. L’olio essenziale viene distillato in corrente di vapore.

Il profilo olfattivo è variegato: una nota di limone, unita a una punta di freschezza e allo stesso tempo di una sensazione di “asciutto”, che a me personalmente restituiscono una sensazione di elevazione e di apertura verso l’alto, verso l’intuizione e l’ispirazione.

Corso di Aromaterapia e Profumeria naturale botanica

Questo olio essenziale è secondo me ottimo per la diffusione nell’ambiente, dove “eleva” lo spazio nel quale siamo immersi, lo pulisce (in senso energetico e fisico, questa essenza è antisettica), e lo considero ottimo anche nel massaggio, a dosi moderate, o per fare un bagno che sia antistress. Chiaramente è una componente di elezione dei Profumi, e la sua energia si collega perfettamente all’idea antica di “pro-fumo”, cioè di fumigazione attraverso la quale ci si eleva, e si porta verso l’alto la mente e il cuore.

Spesso in ambito profumiero i diversi Incensi vengono associati alle Spezie, con le quali formano sinergie accattivanti che danno carattere ai cosiddetti profumi “orientali”.

La tradizione riserva anche all’Incenso funzioni cosmetiche: l’olio essenziale è sicuramente cicatrizzante, e si può unire a una crema di base naturale per migliorare il tono della pelle.

Se ti piace l’Incenso, puoi visionare il sito sull’area del Dhofar che è tra i patrimoni sotto la tutela dell’Unesco.

Per altri spunti sull’Incenso, puoi leggere questo mio articolo sui vari tipi di Incenso e il loro uso; se ti piace la Cosmesi antica puoi leggere quello che ci racconta Ovidio in uno dei suoi testi…buona esplorazione!