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La via della speranza al femminile

In questi giorni trascorsi a Sappada, partecipando ai lavori della Fondazione Giant Trees, ho cercato di mettermi in ascolto della foresta, e dei suoi ambienti circostanti, tra i quali c’è il laghetto Ziegelhutte. Dalle acque del laghetto ogni giorno mi arrivava una sensazione di pace, come se questo bacino d’acqua contenesse in sé uno specchio di contemplazione. Mi sono chiesta quale fosse il valore del mio contemplare, se questa azione/non azione avesse senso. La risposta forte, interiore, è stata sì. Quell’acqua ogni giorno mi ha dato la forza di reggere emotivamente il disastro ambientale che avevo intorno, quell’acqua puliva il mio cuore ogni mattina, e talvolta ci tornavo a vedere le trote muoversi fluide, i colorati fiori a rasserenare famiglie, persone di ogni età che cercano ristoro in questo piccolo luogo incantato.


Questo specchio di contemplazione mi ha restituito l’immagine di quello che è stato il mio secondo padre, un analista filosofo junghiano la cui anima profuma e profumava di abete bianco.
E ora ci sono io, con questo cuore sensibile e mani che vogliono e possono dare, a guardare la nostra Terra cercare un nuovo equilibrio climatico, nel quale l’essere umano rischia – e lo sta già facendo – di vivere le sciagurate conseguenze della sua incoscienza.
Non posso che appoggiare i piedi a terra, e camminare insieme alle persone che sentono lo stesso in una direzione di vita e di speranza.

La terra è un eden – intervista a onorio belussi

Qualche giorno fa ho incontrato Onorio Belussi, che sotto una pioggia scrosciante ci ha accompagnato nel suo giardino – foresta, la sua food forest, che compie trent’anni.

Un uomo anziano dallo sguardo fine e acuto, Belussi ci incontra ad Adro, in provincia di Brescia, dove si trova anche il suo giardino gioiello, un ambiente primitivo, ricco, fertile, dove l’azione dell’uomo è al servizio della Natura, e non viceversa.

Onorio ci stupisce e ci ascolta, non solo racconta della sua vicenda umana e filosofica, ma ci ascolta attentamente, valorizzando ognuno di noi, stimolandoci ad essere persone migliori – persone che comprendano quanto la vita può generare vita, e non soltanto consumarla.

Il lavoro di Belussi trae forte ispirazione da quello del grande Masanobu Fukuoka, un maestro di vita e di “coltura”. Davanti e dentro la food forest, ci troviamo nella prova vivente di una filosofia di vita, che viene spiegata a parole ma soprattutto a fatti. La foresta germinativa nella quale ci è permesso addentrarci, mostra vitalità, forza, disponibilità ad essere luogo di crescita. Ecco il primo concetto reso realtà: nessun terreno può produrre qualcosa, se prima non viene reso fertile. E la fertilità è uno stato naturale: quindi, in presenza di un terreno non fertile, di certo non va spinto e sovraspinto con concimi di ogni genere. La Natura va piuttosto facilitata a ritrovare la sua originaria fertilità, seminando piante adatte o a volte lasciando che il terreno trovi la sua fertilizzazione naturale. Unico problema, per il mondo contemporaneo, sono i tempi di realizzazione. Ossia, la fertilità della terra chiede tempi lunghi, che non si conciliano per ora con i bisogni produttivi del commercio. Ad ognuno le proprie riflessioni su questo.

Onorio mentre racconta a me e Alessandro del suo lavoro (photo credits Alessandro Camoni)

Così Onorio ci racconta delle piante che anno per anno ha visto “manifestarsi” nel suo giardino, come autoregolazione della Natura;, e di come ha facilitato questo processo, seguendo le indicazioni della filosofia di Fukuoka (che ha conosciuto personalmente). Onorio parla di “assistere” la natura, in questo ponendosi a servizio e non a conduzione di un processo che già, di suo, è orientato alla fertilità. Ovviamente vi è anche il ruolo attivo dell’uomo, quello della semina; ma mai come atto “coercitivo” del terreno.

Apro con lui un dialogo su quello che a me pare una evidenza: ossia che quanto compreso dei processi del terreno e della Natura, sia pensabile anche per ciò che riguarda lo sviluppo di ogni essere umano – ossia che la fertilità umana, fisica e psichica, viva processi analoghi (anche perchè noi siamo Natura). Nel mio percorso personale e di consulente, osservo da tempo quanto la nostra energia personale, la nostra naturale capacità di evolvere verso noi stessi, sia costantemente interrotta, frammentata, non facilitata da una basilare mancanza di consapevolezza riguardo a ciò che siamo profondamente – e al di là di aspetti simbolici, noi siamo figli della Terra e come tale non siamo disconnessi (e in nessun modo possiamo disconnetterci) dai processi biologici ed ecologici. L’ecologia della mente non è un modo di dire, è una realtà che possiamo toccare con mano ogni giorno. Una persona stanca, o depressa, o con problemi emozionali e mentali, è una persona che in qualche modo ha perso parte della propria connessione col suo intimo essere figlio della Natura e della Terra. Credo che questa disconnessione sia la causa principale di disturbi ai quali diamo molti nomi, ma che profondamente sono disturbi di natura spirituale, ossia di disconnessione con la nostra realtà ultima, che è essere figli spirituali e biologici della Terra – abbiamo una evoluzione ritmica, sviluppiamo qualità diverse nel tempo e negli anni, e solo una facilitazione attenta di questi processi può condurci verso la realizzazione personale, che dona una sensazione di pienezza a noi e agli altri.

L’ingresso del giardino – foresta (photo credits Alessandro Camoni)

Onorio ci racconta di come le donne anticamente curassero l’agricoltura, perchè rispettando i processi naturali, anche il lavoro agricolo si riduceva molto. Successivamente, nella volontà di produzione sempre maggiore, si è resa necessaria più forza, più strumenti, “più di tutto”, e quella che all’inizio è sembrata una conquista, si sta ormai, soprattutto nella nostra epoca, dimostrando un fallimento evidente. Cioè il modello “a tutta spinta”, è fallito, mostrando la sua immaturità, il suo narcisismo, e sostanzialmente la sua disconnessione con l’elemento primario, la nostra origine, la Terra.

Onorio completa la visita con indicazioni pratiche sulla semina e la gestione dell’orto, consapevole che le cose grandi iniziano sempre con quelle piccole, e che quindi per chi è interessato all’agricoltura naturale, siano i piccoli passi quelli giusti. Semina, trapianto, pacciamatura, e una attenta osservazione di ciò che accade nell’orto e nel giardino, sono le sue indicazioni principali, arricchite da segreti del mestiere che Onorio dona senza remore.

Seminare paradisi terrestri” è possibile, se comprendiamo profondamente quanto i nostri gesti e i nostri pensieri quotidiani cambino non solo il nostro mondo personale ma anche quello di tutte le persone che ci circondano, e del pianeta che abitiamo e di cui siamo parte.

Il blog di Onorio: http://onoriobelussi.altervista.org/

Le fotografie di questa intervista sono del fotografo
Alessandro Camoni.
Fotografo ed artista visivo, si occupa principalmente di ritrattistica, in particolare modo per la realizzazione di book e portfolios di figure professionali che lavorano nel campo della recitazione, della moda o in ambiti aziendali.
In parallelo segue anche la documentazione di eventi culturali, spettacoli di danza, teatro, arti performative. Sito: www.alessandrocamoni.it