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Aromaterapia per il primo Chakra: la memoria ancestrale e le nostre radici

Quando si parla di primo chakra, in genere si parla di radicamento. Questo concetto, apparentemente semplice, in realtà racchiude in sè molte sfaccettature, che ora cerchiamo di esplorare insieme. Quando parliamo di radicamento, parliamo di una dimensione interiore di stabilità e presenza. Potremmo dire “avere i piedi per terra”. Ma che cosa significa? E soprattutto, come si può ritornare con i piedi per terra (come si può essere più presenti a se stessi?). La prima risposta è: attraverso il corpo, le sensazioni corporee. Uno dei modi più semplici per ritornare nel qui e ora è sentire il proprio corpo. Un esempio è quando facciamo qualcosa che ci piace (per esempio quando mangiamo qualcosa di buono!). Dove siamo in quel momento? Siamo tutti nella sensazione di piacere, alla quale poi seguono immagini, comparazioni ecc…però quando sentiamo una sensazione piacevole siamo nel presente. Questo si potrebbe dire anche delle sensazioni spiacevoli: a volte per prendere coscienza di alcune situazioni della vita bisogna sentire anche il dolore. La cosiddetta resilienza è proprio la capacità di sentire dolore trasformando l’esperienza in qualcosa di costruttivo.

Ritorniamo al nostro primo chakra…

Mooladhara chakra
[Image author Skangel99]
La forma base del primo chakra è il quadrato. Questo quadrato che ci rimanda sia all’idea di stabilità che a quella di casa. Quindi le nostre radici ci possono restituire la sensazione di stabilità e di casa. Ma cosa sono le nostre radici? Sono la nostra storia di vita, e quella dei nostri genitori, dei nonni e magari ancor più indietro. Scopriamo quindi attraverso i chakra che per sentirci più stabili e radicati abbiamo bisogno anche di sapere da dove veniamo, di conoscere le persone e il territorio da cui proveniamo, per poter sempre più trovare il nostro “posto nel mondo”. Perchè anche di questo ci parla questo chakra, e questo poi si collegherà al terzo, quando si metterà in gioco la questione dell’identità personale.

Quali oli essenziali possono risuonare con il primo chakra? Quali essenze possono aiutarci nel nostro percorso di recupero della nostra storia personale fino, forse, a toccare delle radici collettive che non sono solo della nostra famiglia di origine, ma sono ancestrali?

Una essenza chiave in questo secondo me è la Mirra (Commiphora mirra). Ogni volta che la annuso mi sembra un salto nel tempo, in una dimensione collettiva e che definirei “femminile” e terrestre. La mirra ci parla di altre epoche, di radici storiche e ancestrali, di terra e terrestrità. Di stare bene nel mondo, di appartenere a noi stessi e al genere umano, in particolare con una sfumatura femminile, ctonia, radicata, calda, stabile. Qualcosa che ci rassicura che abbiamo una provenienza e che quindi non solo abbiamo un senso ora, ma abbiamo anche una direzione. Ecco allora che l’olio essenziale di resina di Mirra diventa importante per le persone che hanno difficoltà di relazione con la propria famiglia di provenienza, o col territorio di provenienza, o per mille ragioni non hanno avuto una famiglia accogliente e/o stabile. Nell’antichità il concetto di famiglia era spesso allargato, in realtà lo è ancora adesso in alcune famiglie tribali. In poche parole, nessun bimbo cresceva solo con mamma e papà, ma cresceva nella comunità, cresceva in un “grembo materno allargato“. Questa è una dimensione a noi oggi quasi sconosciuta, ma di cui credo abbiamo ancora bisogno, proprio in un’epoca nella quale c’è tanto sbilanciamento e “elemento aria”. Le amicizie oggi possono essere quella famiglia allargata che può farci stare bene. E se tutto questo ti risuona, annusare la mirra, metterla in diffusione nell’ambiente come olio essenziale o fumigarla come resina può essere un grande aiuto.

[Author Bernard Dupont https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Photographs_by_Bernard_Dupont]
[Author Bernard Dupont https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Photographs_by_Bernard_Dupont]
La stabilità del primo chakra non è basata su possedimenti e status sociali quanto su provenienza, rapporto con il nostro territorio di origine, rapporto con le persone di quel territorio, e con la dimensione di appartenenza e accoglienza. Recuperare tutto questo può darci una nuova pace interiore, di cui l’Elefante, animale simbolo di questo chakra, può restituirci un’immagine viva. Recuperare “l’elefante” che è in noi, la dimensione ampia, profonda, attenta e ancestrale, può essere quella “base sicura” di cui tanto abbiamo bisogno, per rilassarci, sentirci più a casa anche quando la vita è in movimento e una casa fisica magari non ce l’abbiamo o non è quella che vorremmo. Non dimentichiamo anche che questo chakra è rappresentato col colore rosso, restituendo l’immagine e la sensazione di una grande vitalità, forza, energia, che è quella che possiamo ritrovare quando le nostre radici sono pian piano in via di guarigione e “consolidamento”. L’energia fisica e psichica nasce proprio da questo chakra radice (è la base della Kundalini).

PsicoAromaterapia, Chakras e Colore: Cromoterapia Ayurvedica e Oli Essenziali

Quando parliamo di PsicoAromaterapia, intendiamo l’uso degli oli essenziali per l’equilibrio emozionale. Oltre a questo, sappiamo che l’essere umano ha anche un equilibrio energetico e sottile, sul quale gli oli essenziali influiscono, e che punti centrali di questo sistema energetico sono i Chakra.

Ogni Chakra nella tradizione indiana viene associato a un colore, ed è proprio nei Chakra che possiamo incontrare un punto di contatto tra PsicoAromaterapia e studio del Colore.

Psicoaromaterapia e Cromoterapia

Immagine: www.podcollective.com

Gli oli essenziali sono strumenti vibrazionali e possiamo percepire la risonanza che hanno col nostro corpo fisico e con quello più sottile. Quando inspiriamo un olio essenziale, se ascoltiamo il nostro corpo, sentiamo una immediata risonanza con alcune aree del corpo stesso. Questa “risposta” del corpo ci può dare delle indicazioni sugli usi dell’olio essenziale stesso, e su quali chakra l’essenza lavori immediatamente. Da alcuni l’odore degli oli essenziali viene percepito anche come colore e immagine.

La sinergia tra Olfatto e Colore è immediata e possiamo trovarne beneficio in molti modi: in casa per  esempio, la scelta dei colori delle pareti porterà una certa qualità energetica agli spazi, e così le sinergie di oli essenziali che decideremo di diffondere. Per noi stessi, la scelta di un profumo e di un colore dei vestiti sarà un messaggio non solo per noi stessi, ma anche per chi ci incontra.

A livello di Psicoaromaterapia, l’unione della ricerca olfattiva con quella relativa ai colori può costituire un vero percorso personale, laddove le emozioni e i sentimenti profondi si esprimono attraverso questi due canali che “superano” le parole.

Un semplice esercizio per avvicinarti a questa dimensione in modo personale è questo: scegli un olio essenziale che ami, mettine qualche goccia su una cartina olfattiva, e prenditi un pò di tempo per annusarla in un luogo senza distrazioni. Lascia che questo odore ti permei, e lascia libera la tua immaginazione. Vedi se nascono delle immagini, o se semplicemente vedi dei colori, o un colore solo. Annota le tue sensazioni, sia fisiche che immaginative. Ora vai a vedere su un libro che cosa si dice di quell’olio essenziale, e prova a trovare una correlazione tra le tue sensazioni e le sue proprietà. Vedrai che molto spesso a livello intuitivo capiamo quale tipo di effetto abbia una sostanza olfattiva, ma di questa nostra percezione poi non teniamo conto.

In prossimi articoli parleremo della relazione tra gli oli essenziali e diversi colori e chakra. A presto!