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riconoscersi insieme, con i profumi

I profumi possono portarci lontano, o semplicemente vicino a noi stessi. L’olfatto è il primo senso che si sviluppa già a livello dell’embrione, come fosse la prima scintilla di quella consapevolezza della vita che ognuno di noi porta con sè.

Possiamo recuperare questa dimensione ancestrale, che parla di noi, è con noi, ed è una parte di noi alla quale non possiamo e non dobbiamo rinunciare.

L’olfatto parla di discernimento, di orientamento, di riconoscimento, di appartenenza, e di distanza. Parla dei confini che vanno mantenuti, e di quelli che non ha senso mantenere. Parla alla nostra memoria, e alla nostra capacità di riconoscerci insieme, ancora.

photo Alessandro Di Lago

Liberare la propria creatività con i profumi e l’aromaterapia

Se chiudo gli occhi e ritorno attraverso la memoria ad alcuni momenti della mia vita in cui il profumo ha accompagnato esperienze di pienezza, ecco che il profumo di quegli istanti mi restituisce la sensazione e la vitalità di ciò che è successo.

Ricordo un ginepro che mi aprì le porte di una casa nella quale non avrei mai immaginato di entrare, e quel profumo iniziò a raccontarmi di una terra che non avevo mai integrato profondamente nel mio cuore, nonostante di certo una parte delle mie radici passasse di li (parlo della Slovenia, che ora riconosco come parte di me).

Ricordo un rosmarino dal profumo salato che mi restituì una sensazione di casa e di famigliarità come non la sentivo da anni. Ricordo una menta che mi accolse e che mi fece conoscere una famiglia gioiosa e ospitale…da questi momenti, da questi profumi, posso ora far scorrere i miei ricordi, posso trarre ispirazione sia quando compongo un profumo sia quando scrivo una fiaba o una narrazione per i bambini…

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Di recente mentre raccontavo una fiaba a dei bimbi, una bambina ha iniziato a profumarsi i capelli con una mouillette imbevuta di una diluizione di arancio dolce…mi sono rimasti impressi i suoi occhi brillanti, la sua gioia nel profumarsi, nel profumare le amiche, nel profumare me…

Il profumo è pur sempre un rito; la sua composizione è un rito, la sua fruizione è un rito. Usare una essenza, creare il proprio profumo, è dare voce profumata alla propria intimità, è ascoltare quella voce che scorre dentro di noi, e darle spazio. Darle spazio: in questa epoca è fondamentale dare spazio al nostro cuore, alla nostra interiorità, liberare quel luogo interiore così ricco e creativo che aspetta soltanto di essere abitato. Spesso pensiamo che i nostri talenti non abbiamo spazio nel mondo, ma non l’avranno mai se noi per primi non gli diamo una abitazione, un giardino in cui prosperare!

Quando scoprii che la mia vocazione era il profumo, per prima cosa pensai di non essere in grado. Poi, invariabilmente, le essenze costellavano la mia vita, le sensazioni olfattive mi accompagnavano giorno per giorno… so cos’è il profumo delle lacrime, so cos’è il profumo della gioia… So cosa vuol dire sentire la felicità in pochi istanti, e so cosa vuol dire crollare nell’abisso, laggiù dove non arriva la luce…ma per fortuna il cuore non smette di battere, e allora come nella caverna di Platone, la cosa importante è girarsi e ricominciare a guardare verso l’alto…ed a un certo punto il respiro inizia di nuovo ad aprirsi e inizi a sentire il profumo dell’ossigeno, il profumo del respiro, il profumo della speranza.

Recuperare la nostra sensibilità, la nostra capacità percettiva attraverso l’olfatto e gli altri sensi è un passo fondamentale per accedere nuovamente alla nostra capacità di creare, di generare la nostra creatività, seguendo ciò che siamo. I profumi possono essere una forma di arteterapia, ancora tutta da scoprire, ancora tutta da sperimentare. Quello che possiamo fare qui e ora, è riprendere in mano la nostra sensibilità, darle spazio e darle voce; credere nella nostra sensibilità come via per ritrovare una strada di senso nella nostra vita, o semplicemente per essere più pienamente noi stessi, per poter godere appieno di ogni istante.