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L’uso delle acque aromatiche in profumeria naturale e in terapeutica – l’Acqua di Rose

Le acque aromatiche, queste sconosciute. Tempo fa scrissi un articolo sugli idrolati  e oggi voglio riprendere il discorso per approfondirlo.

La cosa più incredibile per me degli idrolati, cioè dell’acqua utilizzata nelle distillazioni a vapore, è che spesso viene buttata via. Considerata uno scarto, viene semplicemente buttata via, mentre ha molti aspetti interessanti tra i quali:

un’acqua profumata naturalmente può servire per produrre profumi con alcune sfumature meno accentuate che se aggiungessimo l’olio essenziale puro;

gli idrolati contengono olio essenziale e possono essere ingeriti (valutando di che pianta sono, ovviamente) e questo ha permesso di sviluppare un’intera branca dell’aromaterapia che è l’idrolatoterapia.

Testi d’epoca sulla profumeria riportano che le acque aromatiche erano già utilizzate sia per le loro qualità olfattive, sia perchè a volte risultavano meno care dell’olio essenziale e permettevano di produrre profumi meno cari e più accessibili.

La rosa in aromaterapia...l'acqua di rose
La rosa...

Una delle acque più usate è l’acqua di rose, o idrolato di rosa, che a volte viene prodotto di proposito, non come prodotto secondario di una distillazione. Servono grandi quantità di petali per poter ottenere un prodotto di qualità.

Quando si parla di Rosa, si intende in genere la Rosa Damascena, ma viene distillata anche la Rosa Centifolia. Interessante risulta poi conoscere il paese di provenienza dell’olio essenziale, perchè pur essendo la stessa pianta, l’odore cambia da una Rosa di Kannauj a una Rosa del Marocco, o bulgara, o dell’Afghanistan.

L’acqua di rose è un efficace tonico della pelle e ha qualità astringente. Ha proprietà neurotoniche, cioè tendenzialmente eccitanti del sistema nervoso. Molte persone in questi anni mi hanno chiesto se la rosa fosse un rilassante: in realtà la rosa è una sostanza tonica, che a volte forse può dare un senso di rilassamento perchè energizza e centra, ma non è per niente un calmante, semmai è un equilibrante psicoemotivo.

Ha proprietà rinfrescanti, antisettiche, equilibranti ormonali,  e ansiolitiche.

L’idrolato o “acqua di rose” ha un vastissimo campo di applicazione anche cosmetica, per esempio:

– per calmare le irritazioni della pelle

– è astringente e tonificante

– calma eczemi e reazioni allergiche della pelle

– può essere usato per pulire delicatamente la pelle dei bambini

Pochi sanno che l’olio essenziale è indicato in terapeutica per le bronchiti, e così l’idrolato; non si tratta ovviamente di curarsi solo con la rosa, ma questa sostanza ha proprietà antispasmodiche e antisettiche che possono dare sollievo (niente fai da te perfavore in questi casi).

Parlavamo prima del fatto che gli idrolati possano essere bevuti. Certamente bisogna capire di che idrolato stiamo parlando (di che pianta) ma per esempio lo stesso idrolato di rosa può diventare una componente di preparazioni dolci per la cucina; e può essere bevuto a piccole quantità per le sue qualità energizzanti.

Le proprietà emozionali maggiormente presenti nell’acqua di rose (mi raccomando…quella VERA, fatta solo di acqua di distillazione della rosa) sono:

la capacità di equilibrare stati emozionali di rabbia e frustrazione

dona coraggio e forza

scioglie il chakra del cuore e calma i tormenti interni.

L’odore della rosa arriva sottile all’inizio e poi si espande, come fosse un orizzonte che si allarga quasi all’improvviso, e poi inizia la vera “terapia olfattiva” in quanto arriva una componente più densa e intensa, che ha note dolci e saturanti. L’odore è così intenso che riempie e impedisce, se annusato a lungo, di percepirlo ancora, perchè satura velocemente le nostre capacità di olfazione. Se invece dell’olio essenziale annusiamo una rosa colta dalla pianta, noteremo che possiede note erbacee più marcate, un senso di fresco e quasi fieno, dato dalla presenza dei petali, che poi scompare in fase di distillazione dell’essenza.

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Il paradiso perduto della distillazione…Kannauj

 

Il Paradiso perduto dell’Aromaterapia: Kannauj, nell’Uttar Pradesh, India

La sensazione è proprio questa, di arrivare in un Paradiso perduto. Perduto perchè la sua epoca di magnificenza va dal sesto al dodicesimo secolo dopo Cristo; e ora è di fatto un tesoro protetto da uno scrigno ben chiuso – è un luogo difficilmente raggiungibile, se non conosci qualcuno lì praticamente non sai neppure dove dormire, e insomma…buona fortuna.

Corso di Aromaterapia a Kannauj
Un momento d'incontro con Mr. Kapoor distillatore in Kannauj

E la fortuna a Kannauj sa essere davvero buona: se conosci le persone giuste, ti ritroverai davanti a un metodo di distillazione che ti commuoverà all’istante. Il metodo “all’antica”, nel quale la distillazione avviene in corrente di vapore in recipienti di rame. Solo la vista di come avviene porta in una dimensione di sogno e incredulità.

Questa è stata la mia sensazione quando ho visto una distilleria tradizionale in questo luogo. Non ci sono dubbi, ti ritrovi davanti a un pezzo di storia, e parlando con un distillatore, anche lui ha riconosciuto che ormai distillare così è un atto culturale, è preservare una storia che non deve finire.

Le distillerie sembrano fucine che potrebbero ad ogni istante far uscire un bel drago dalle loro fauci di fuoco. Per entrare bisogna sorpassare una nebbia di fumo e un calore pungente ad altezza gambe. Poi all’interno, ti collochi nei pochi punti dove non ti si arroventano gambe e piedi e dove riesci a respirare, e assisti a quello che sembra un piccolo miracolo.

Un addetto alla distillazione degli oli essenziali a Kannauj
Un addetto alla distillazione degli oli essenziali a Kannauj

Un addetto alla distillazione va dietro ad uno dei ciotoloni di rame e tira fuori, come un mago, una manciata di petali di rosa. Signori…si sta distillando la rosa. Domanda: quanto ci mettete? Risposta: almeno 6 ore.

E in questo luogo che pare più una fucina di Efesto, nascono oli essenziali di qualità eccellente, e te ne innamori subito. Non ti devono convincere neppure un secondo, non serve marketing, sei già convinto. Anzi, ti dispiace di non poterne comprare a litro invece che a millilitro. Perchè hai davanti dei piccoli capolavori, frutto di una manodopera che rappresenta ancora la Storia della distillazione e della Profumeria.

Tutto questo accade in una cittadina che se ci cammini sembra un paesetto rurale in cui non accade proprio nulla. Il bello forse è proprio in questo. Cosa potrebbe esserci mai di importante qui? Questo sembra ai più, ed è comico che anche le guide più rinomate dell’India citino questa città solo per il suo museo archeologico. Che ridere! Quando la vera archeologia è ancora viva e vegeta, e le più importanti case profumiere occidentali comprano qui consapevoli che queste materie prime sono rare ed eccellenti.

Quando ho deciso di andare a Kannauj, nessuno la conosceva. Gli amici mi chiedevano “ma sei sicura?”. Anche molti indiani non la conoscono, a dimostrazione che per arrivare qui devi proprio amare l’aromaterapia e la profumeria. Non la troverai mai sulle guide, non ti preoccupare. Anzi ti diranno di tirare dritto e farti un giro da altre parti. Forse questo dimenticatoio l’ha preservata finora, e credo che bisogna entrare in questi luoghi con un senso di rispetto profondo.

Distilleria a Kannauj
L'ingresso della distilleria di oli essenziali di Mr. Kapoor a Kannauj

In questa terra così magica, non poteva non esserci qualche distillazione “incredibile” – quella più curiosa per noi credo sia la distillazione della terra. Sì, la distillazione di panetti di terra che creano un distillato chiamato “Mitti”.  Una cultura che tenta di distillare il profumo della Terra è sicuramente una cultura piena di poesia. E di abilità tecnica, perchè ci riesce e crea uno dei profumi più interessanti secondo me, certamente non uno di quegli odori ai quali siamo abituati. L’odore della terra viene distillato e fissato su un olio essenziale (sandalo) o una base di altro tipo (dioctyl-pthalate).

E poi ci sono le distillazioni di lusso, tra le quali spicca quella della Rosa, e di un fiore che da noi è sconosciuto, la Kewra (Pandanus odoratissimus). Quest’ultima è pregiata e cara, e in India è un agente di fragranza anche per i cibi. A noi pare un fiore dall’odore molto intenso, dolce, forse stucchevole.

L’India riserva tante altre sorprese e distillazioni a noi sconosciute…vedremo di scoprirle insieme man mano 🙂

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