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viaggio sentimentale tra i profumi del mondo

Nella ricerca sul legame tra profumi e letteratura ho incontrato questo libro, “Viaggio sentimentale tra i profumi del mondo” di Jean Claude Ellena, e ho riflettuto sui suoi contenuti insieme a Silvia Dionisi della Libreria L’Altracittà di Roma.

Questo libro è un diario di un profumiere che vive la sua creatività giorno per giorno – un vero e proprio taccuino di vita di un creativo.

Entrare in un diario di un artista è come entrare in una dimensione sensibile e privata, laddove ci sono pochi filtri, e vi si percepisce l’arte, la creatività, e la dimensione dei profumi; inoltre scoprire e attraversare un libro ci permette di trovare aspetti di noi stessi, come fossero riflessi nel testo stesso.

Nella parte finale del libro troviamo un Compendio, che viene definito un “gioco” – si tratta di suscitare il gusto dell’esperimento. Mettersi in gioco ogni volta, appassionarsi e poi manifestare qualcosa diventa fondamentale per il percorso creativo. Il messaggio che ci arriva è che possiamo giocare, possiamo sbagliare. Possiamo riconoscerci in una strada, poi tornare indietro, provarne un’altra, e ritrovare una soluzione giusta per noi.

Il 7 dicembre Ellena scrive “infatti il mio pensiero è in costante evoluzione” – ritroviamo una dimensione di apertura e di imprevedibilità come risorsa personale e professionale.

In questa costante evoluzione sono fondamentali gli aspetti sensoriali: Ellena sottolinea come qualsiasi dettaglio possa essere significativo. Così per esempio un giorno il profumiere, stanchissimo, decide che ha bisogno di un momento di stacco. Vivendo in Francia, supera il confine e arriva in Italia, con i suoi mercati e la sua ricchezza, che lo rianima e lo nutre emotivamente. Ellena tira fuori il suo taccuino e inizia a prendere appunti:

“Questo venerdì , numerose bancarelle propongono delle pere invernali, piccole pere color carminio il cui profumo regna sovrano su tutto il mercato…la gioia per il trionfo di colori e per l’odore penetrante è annotato su un taccuino: “provo una tale gioia a rubarlo che annoto sul mio taccuino ciò che mi passa per la testa, nomi di materiali, spunti, intuizioni, un abbozzo di formula. La mia memoria completerà i particolari che non ho scritto. Il ritratto olfattivo che comporrò in laboratorio non sarà la riproduzione di quanto ho fiutato ma l’immagine dell’odore impresso nela memoria”.

Possiamo raccogliere lo spunto del taccuino: segnare spunti, sensazioni, come strumento per accompagnare il nostro quotidiano, dove le più piccole cose possono aprire una luce sulla nostra interiorità e sulla relazione con l’altro.

Nel libro ci sono anche riferimenti al rapporto con l’arte visiva e alla musica – Ellena ama il jazz, e scrive a Tokyo : “Nell’esecuzione di Bill Evans ci sono una sensibilità, una precisione, una presenza, una chiarezza che mi fanno amare l’umanità. I suoi «colori sonori» fanno pensare a quelli di Gabriel Fauré e di Claude Debussy. Mi piacerebbe trasporre quei «colori sonori» in «colori olfattivi»”.

Troviamo una fluidità tra le percezioni sensoriali di tipo diverso, che trovano una sinergia – una sinestesia – costante.

In particolare Ellena incontra il colore verde:

“Da anni sono alla ricerca di nuove note verdi. Questo assoluto evoca in me, naturalmente, quello delle foglie dei nasturzi, ma anche quello del wasabi, del rafano, dei capperi, del giacinto selvatico. Quest’odore verde è fresco e non somiglia a nessun altro, «fa centro». Io non scelgo un materiale soltanto in funzione della qualità dell’odore, ma anche delle possibilità che intravedo nel suo utilizzo. Il verde è il solo colore che abbia un significato anche come odore. Nella mia collezione di materiali, che non è organizzata in modo discriminante con dei più o dei meno, ho dei verdi tenui, duri, crudi, lisci, ruvidi, densi eccetera. Ho dei verdi dall’odore di fagiolino, di foglia di fico, di serenella, di edera, d’alga, di sambuco, di bosso, di giacinto, di prato, di pisello. E, se non conosco odori gialli, rossi o azzurri, so quali sono quelli che caratterizzano i fiori bianchi e gialli e i frutti rossi”.

[Se sei appassionato del colore verde, ti consigliamo di leggere le poesie di Marcia Teophilo sull’Amazzonia].

Il libro-diario di Ellena edito da Salani è una lettura importante se ami la sensorialità, la creatività e la scrittura. Ne abbiamo parlato con Silvia Dionisi durante uno dei webinar del giovedì sera; puoi ritrovare Silvia alla libreria Altracittà di Roma e ti invito a partecipare ai webinar, dei quali troverai sempre aggiornati gli appuntamenti nella colonna destra del sito. A presto!

il giardino segreto e la rosa fresca aulentissima

photo: WikiCommons, Royal National Rose Garden Society

Il mondo del profumo è un mondo narrativo, e spesso la narrazione è un mondo sensoriale. Sono due mondi molto vicini, e nella storia della letteratura ci sono molte testimonianze evocative della Natura e della sensorialità come rigenerazione.

Rosa fresca aulentissima” è un verso di Cielo D’Alcamo, che nella metà del duecento si rivolge alla propria amata in termini sensuali, intensi, carnali e che abbiamo scelto come titolo di una serie di incontri online promossi dalla Libreria Altracittà di Roma di Silvia Dionisi.

La rosa è anche protagonista di un giardino speciale, in un testo di molti secoli dopo, quello de “Il Giardino segreto” di Francis Hodgson Burnett, scrittrice di libri perl’infanzia e sostenitrice dei diritti d’autore.

Il giardino segreto è un luogo per scoprirsi e riscoprirsi. E’ la storia di una ragazzina che è costretta da eventi dolorosi a emigrare da sola dall’India all’Inghilterra. Si ritrova in un luogo a sua volta intristito dalla morte della moglie del proprietario del maniero in cui va ad abitare.

Nel capitolo 9 del libro, la bimba ritrova il giardino della donna scomparsa, e lo ritrova abbandonato, quasi completamente rinsecchito. Ci sono dei roseti, dei quali inizialmente non si capisce se siano senza vita o se possano essere recuperati.

Quasi ogni frase di questo capitolo porta degli elementi sensoriali.

La bimba si china verso il basso per sentire se c’è profumo, e sente il profumo della terra. Ci troviamo davanti a un paesaggio che reca pochissime tracce di vita, e la bimba scorge dei puntini verdi che sono sufficienti per darle speranza e segnalare che è ancora possibile recuperare questo luogo speciale.

Grazie a questa scoperta, e alla voglia di sistemare il giardino, sia la bimba che le persone che abitano il maniero passano a una nuova fase attiva e coinvolta: il giardino morto rappresentava una stasi che era un pò di tutti, così la sua rigenerazione diventa una rigenerazione collettiva.

Un libro da leggere e assaporare, così come si può assaporare dell’acqua di rose (idrolato di rosa), per esempio aggiungendone un cucchiaino ai nostri tè o caffè, per sentire la sua fragranza e apprezzarla anche col palato.