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la scoperta del proprio dono essenziale (core gift)

[English version of the article – The discovery of your Core Gift]

Dono – questa parola ha tanti significati, e ognuno di noi, di fatto, è un portatore di doni. Ossia ognuno di noi ha in sè, almeno tre tipologie di doni:

  • il dono della presenza – essere presenti per sè e per gli altri;
  • i doni di tipo materiale;
  • i doni che provengono dalla nostra interiorità e dall’esperienza: doni di saggezza, i talenti, le attitudini profonde della nostra personalità.

Questi ultimi mostrano e provengono dalla nostra missione di vita, che può avere più sfaccettature, ma che mostra una chiara direzione se sappiamo leggerla e ascoltarla.

I doni non sono skills, cioè capacità tecniche – i doni sono qualità e attitudini alla base del nostro comportamento e di ciò che ci muove nella vita. Possono essere portati a compimento attraverso l’apprendimento di alcune capacità tecniche, ma non si esauriscono in esse (se per esempio il mio dono è essere creativo, posso applicarlo in tanti modi e non solo, per esempio, iscrivendomi a un corso di pittura, o musica, o danza ecc.).

Per quanto riguarda il dono essenziale, lo intendiamo come una qualità unica che hai da condividere con gli altri. È collegato e rafforzato dalle tue esperienze di vita, in particolare dalle sfide che hai affrontato. Conoscere il proprio Dono essenziale permette di condividerlo meglio con gli altri, porta l’attenzione al proprio senso di scopo e di benessere, e guida il processo decisionale sul tuo cammino futuro.

Se sei in un momento di transizione, nel quale hai bisogno di trovare chiarezza e dei punti fermi che siano dentro di te e non fuori per poter fare delle scelte nel tuo prossimo futuro, il lavoro sul Core Gift è per te.

Una ricerca estensiva sul Dono Essenziale è stata svolta dal Core Gift Institute di Seattle (USA), visita il loro sito: www.coregift.org

la potenza della santoreggia

[Read the text in English – The power of Savory]

Incontriamo una pianta forte e intensa: la Santoreggia. E’ una pianta perenne, fortemente aromatica, che ama i luoghi sassosi e soleggiati. Dedicata dai Greci a Dioniso, l’etimologia del suo nome deriva da “satiro”. Insomma, ci sono tutte le premesse per una pianta che non passa inosservata nei suoi effetti.

L’olio essenziale, sia che provenga da Satureja hortensis che da Satureja montana è irritante, con proprietà antibatteriche, antivirali, immunostimolanti. E’ anche un tonico stimolante generale.

Da un punto di vista emotivo ed energetico, la Santoreggia – e qui consiglio di annusare la pianta stessa, fresca o secca, più che l’olio essenziale che è molto irritante – può stimolarci a riprendere in mano le redini in caso di stanchezza generale. E’ una pianta che risolleva, dà una vera e propria spinta. Insomma, utile tutte quelle volte che vorremmo avere un’energia che non abbiamo.

Utile come “motivatore”, dopo un periodo stressante o in fase di convalescenza. Da utilizzare anche come aromatica per i nostri piatti: ingerirla in piccole dosi aiuta ad assimilarne i principi attivi.

Contiene una forza “di fuoco” che può sembrare estrema, quindi si può consigliare se ci piacciono i condimenti focosi 🙂 o se sentiamo il bisogno di una bella sferzata di energia (compensa, in termini ayurvedici, il Kapha e alimenta intensamente Pitta).

Si può fare anche un pediluvio alla Santoreggia, estraendo in infuso un rametto di pianta e versando poi l’acqua ottenuta nel pediluvio. Potrebbe far arrossare la pelle: non stiamo immersi troppo a lungo. Questa pratica può essere utilizzata come dicevamo come stimolante emozionale ed energetico: ricordiamo che nella stagione invernale sarà utile a chi ha normalmente mani e piedi freddi.