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Autostima, o dello svelare chi siamo e ricevere valore

Autostima, che cos’è veramente? Come possiamo dare valore – reale – a noi stessi?

La risposta è a molti livelli, e cerchiamo di esplorarla in alcuni tratti essenziali. L’autostima ha a che fare con la definizione di noi stessi, e questa definizione è un percorso, un cammino, un work in progress. I segnali di mancanza di autostima li abbiamo quando sentiamo un carico eccessivo, troppa pressione, troppo peso, ossia quando persone e circostanze non lasciano spazio per noi stessi. Quello spazio, pian piano, va recuperato. Ognuno ha la sua misura, ognuno ha la sua formula. Ma di certo recuperare la propria autostima vuol dire recuperare anche uno spazio personale, in modo naturale e non in “opposizione” a qualcun’altro. Semplicemente perchè (un pò come le piante…e gli animali) abbiamo bisogno di uno spazio d’ossigeno e di movimento.  Uno spazio di rigenerazione.

Non solo – tante persone si sentono a disagio quando recuperano dello spazio personale, quando creano un “vuoto” nella loro agenda. In realtà questi momenti di vuoto permettono spesso l’emersione di qualcosa di utile e significativo, come idee nuove, intuizioni, ecc. Una amica un giorno mi disse che si era concessa qualche ora di relax un giorno e si sentiva quasi in colpa. Peccato che durante quelle ore, fosse emerso da lei un intero programma per un progetto a cui stava lavorando. Era emerso: cioè si era sdraiata a riposare, e le idee erano uscite spontaneamente. Aveva lavorato stando sdraiata e concedendosi dello spazio.

Olio essenziale di Rosmarinus officinalis chemotipo verbenone
Olio essenziale di Rosmarinus officinalis chemotipo verbenone

Siamo convinti che “fare” sia il corrispettivo di “lavorare”, ma soprattutto in questa epoca credo che questo paradigma vada cambiato. “Fare” non basta più; è il momento di sviluppare la nostra consapevolezza su ciò che è veramente significativo per noi (un fare con un senso) e su quanto tutto questo abbia valore per noi e per gli altri. Un valore non solo ideale, ma anche economico. Una scelta, fatta in linea col proprio sentire (o lontano dal proprio sentire), può avere un valore, anche economico, molto grande.

E’ chiaro che la vita è un percorso di apprendimento, e quindi provare, verificare, “sbagliare”, ecc. sono tutti momenti significativi. Ma se sentiamo che l’autostima è uno dei nostri temi, significa che in qualche modo, un sentire di fondo, una non valorizzazione di ciò che siamo più profondamente, ci manca. E non ci fa bene. Non ci permette di ricevere tutto quello che potremmo ricevere. Non ci permette di chiedere tutto quello che potremmo chiedere, e neppure di dare. Insomma, ci blocca nel nostro fluire e nel nostro camminare – o lo rende più difficoltoso, mentre potrebbe essere più facile, per noi e per gli altri.

Una domanda guida che può aiutarci verso l’autostima è “c’è qualcosa di me che posso mostrare al mondo e che fino ad oggi ho tenuto in secondo piano?”. Come mi sento a questo pensiero?

C’è qualche confine in più che posso mettere? O qualche confine che è proprio ora di togliere?

I nostri oli essenziali ci facilitano nello sperimentare le risposte a queste domande e molto altro. Per esempio l’olio essenziale di Rosmarino (Rosmarinus officinalis) ci aiuta a darci energia e presenza mentale,  a ristabilire una connessione con noi stessi nel qui e ora (oltre ad avere altre funzioni)…

Ci vediamo per esplorare questo tema attraverso pratiche ed esperienze al workshop di Autostima e Aromaterapia del 27-28 ottobre a Trieste. Sperimenteremo i profumi come supporto a trovare nuova consapevolezza e nuove soluzioni pratiche per la nostra vita. A presto!

Storytelling sensoriale: narrarsi attraverso la voce, i profumi, la creatività

Narrarsi. Raccontare di sè per aprire al mondo il proprio mondo interiore. Difficile a farsi, inizialmente; difficile anche dopo. Perchè un mondo sensibile, un essere integralmente senziente appena si apre percepisce violenza, dubbio, difficoltà al di fuori di sè. Percepisce il disinteresse dell’altro. Percepisce quello che Otto Scharmer chiama “absencing”, l’essere assenti a se stessi e agli altri. In questo mondo ne siamo pieni.

Ed ecco allora che si riconferma il silenzio. Il tacere. Il non detto. Poi il non detto diventa la norma, e si accumula. Si accumula energia non detta. Ognuno di noi sa cosa vuol dire, almeno un pò.

La via della narrazione di sè, in un luogo protetto (il “luogo” è il cuore dell’altro), laddove vi sia una condivisione del sentire e del rispetto, diventa fondamentale e può aprire la strada alla propria espressione, al far sentire la propria voce e la propria identità. Per questo se senti che è arrivato il momento di ritrovare la tua voce interiore, la tua strada, anche in modo molto concreto (trovare soluzioni affettive, o professionali, o entrambe) il primo passo è: parlarne. Certo, con chi ti senti a tuo agio. Però parlarne. Raccontarsi. Dire – non ce la faccio; ok ragazzi, non ce la faccio -. In questa epoca in particolare la pressione è tale che “da soli” non si può vivere. In realtà mai abbiamo potuto vivere “da soli”. Ma oggi è un continuo trasformarsi, un continuo fluttuare, e sentirsi a disagio non vuol dire essere malati. Vuol dire vivere un flusso nel quale siamo tutti dentro e che chiede più che mai ascolto, flessibilità, e assenza di pregiudizio. 

Aromaterapia e Profumeria botanica a Milano
Un incontro per raccontarsi…in modo aromatico. Milano 2017

L’aromaterapia e i profumi in questo giocano un ruolo per me primario, perchè risuonano con la nostra psiche e possono aiutarci a vivere questo continuo mutamento e farci intravedere ed esperire la nostra strada personale. Per me sono da sempre uno strumento di chiarezza, delle guide disponibili a comunicare se stesse a chiunque si ponga in ascolto.

Il corpo, più in generale, e i sensi, se utilizzati per ascoltarci interiormente, sono portatori della nostra saggezza più profonda. Una saggezza che oggi serve più che mai, ma che richiede anche una destrutturazione di parte di ciò che sappiamo, con fiducia che vi sia una “intelligenza organizzatrice” più grande che abbiamo tutti interiormente e anche in connessione uno all’altro. E’ qualcosa di esperibile nel quotidiano, anche se spesso a causa della vita che conduciamo, non riusciamo a vederlo (l’ascolto di sè richiede spazio/tempo, le condizioni minime adatte, e sperabilmente almeno una persona che viva una relazione d’ascolto con noi).

Scrivo questo perchè credo più che mai che oggi la narrazione, il raccontarsi, e l’ascoltarsi, in modo privo di giudizio e con l’intuizione “aperta”, sia una strada di aiuto collettivo da attivare.  Questo può avvenire nel coaching individuale, ma anche in coaching di gruppo attraverso la narrazione e lo storytelling; attraverso l’ascolto sensoriale e la creatività olfattiva.

Il primo passo?

Scegli un olio essenziale che ti piace. Annusalo. E parla di quello che senti con qualcuno, e vedi se puoi condividere questa esperienza. Passaparola.