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Il tempo delle Mele: storia, aroma e benefici della Mela

E’ il tempo delle mele 🙂 da un pò sono comparse le mele stagionali, quelle che senza forzature sono nate nel periodo a loro più adatto, settembre – ottobre. Dipende dal tipo di mela, e da tanti fattori, ma senza dubbio questo periodo è quello più ricco per la produzione delle mele “naturali”.

E’ un frutto che mi ha sempre affascinato. Attraversa la storia del mito in lungo e in largo – una delle prime mele-simbolo è quella di Adamo ed Eva, per arrivare attraverso i secoli nella nostra epoca alla mela più famosa del mondo, la Apple di Jobs.

La mela: proprietà, storia, aroma Thomas Hawk foto

E’ originaria dell’Asia centrale Quando fiorisce l’albero è stupendo, con i suoi fiori che visti nell’insieme mi danno sempre sensazione di leggerezza. Il frutto ha componenti interessanti, tra le quali le vitamine A, B, C. Se annuso una mela, sento immediatamente un odore dolce seguito da una sensazione di acido; poi una componente verde, e poi ancora qualcosa di soave, come se nel frutto ci fosse un ricordo del fiore, perchè è un profumo etereo, nascosto dalla componente più “golosa”. Questo aspetto etereo, bilanciato dall’odore che fa venir voglia di mangiarla, mi ricorda qualcosa di giovane, di fresco, una sensazione di speranza. Non mi stupisce che faccia parte della famiglia delle Rosacee…!

In questo momento ho in mano una mela renetta, e mi ricordo che tempo fa un’altra mela mi era piaciuta tantissimo: la Calvilla bianca d’inverno, una mela che sinceramente mi aveva fatto commuovere (per lo stupore del suo sapore e  perchè mi sembrava di mangiare una mela che era un pezzo di storia).

La mela, in tutte le sue declinazioni, si può utilizzare:

1- se di consistenza adatta, grattuggiato sopra l’insalata, o in soluzioni creative sui cibi;

2- al mattino è un buon depurativo;

3- mangiato alla sera può avere effetti lassativi;

4- stimola la digestione e protegge le mucose gastriche;

5- in dosi modeste può essere di aiuto anche nelle diarree, sia degli adulti che dei bambini;

6- forse non tutti sanno che si può bere in infuso da preparare con la mela tagliata a fette con la buccia (una mela bio!). Questo infuso oltre a essere molto buono, è utile per chi ha infiammazioni intestinali, problemi reumatici, influenza;

7- è un depurativo e può essere mangiato crudo o cotto a scopo di purificazione;

8- il succo fresco può essere usato come tonico per la pelle;

9- la mela cotta è emolliente per la pelle.

 Mela: usi, proprietà, storia Simona foto

Ha un effetto rinfrescante, alleggerente, e il suo profumo è delizioso (varia a seconda del tipo di mela, ma nell’insieme è sempre gradevole). E’ presente in migliaia di ricette golose (una per tutte…lo strudel!)

Per noi appassionati di aromaterapia la mela presenta tante opportunità:

1- ridotta in poltiglia, può essere usata come maschera per il viso, alla quale potremmo aggiungere una goccia di olio essenziale di legno di rosa (o di legno di ho) per renderla più tonificante.

2 -nel bagno, un cucchiaio di aceto di mele cambia il ph dell’acqua e lo avvicina a quello della pelle, rendendo il bagno più curativo per la pelle stessa. Provare per credere! Quando l’ho fatto la prima volta non mi sembrava vero. Se poi vogliamo fare un bagno un pò particolare, procuriamoci dell’alga Lithotamnium: ricca di calcio, magnesio, ferro aiuta a ridurre l’acidità del nostro corpo ed è un buon rimineralizzante. Unire l’aceto di mele con l’alga Lithotamnium crea una sinergia composta di minerali ed enzimi veramente considerevole;

3- se ti piace mangiare le mele cotte, puoi salvare l’acqua di cottura e usarla nel bagno; se soffri di reumatismi oltre a questo escamotage puoi aggiungere in una manciata di sale grosso una goccia di olio essenziale di zenzero (occhio che scalda!!! però quando è umido e freddo è un piacere!);

Ci sono migliaia di usi possibili di questo frutto così ricco: prova anche tu…o raccontami come lo usi già 🙂 !

 

Gli unguenti e creme profumate dell’antichità: a scuola da Ovidio (43 a.C. – 17 d.C.)

“Prima sit in vobis morum tutela, puellae:
ingenio facies conciliante placet.”
“Per prima cosa, o donne, curate il vostro carattere: se
l’indole è gradevole piace anche l’aspetto.”
 

Così Ovidio parla agli inizi del suo testo più conosciuto per la cura della bellezza, il Medicamina Faciei Femineae, che ci permette di sbirciare un pò nei rimedi di bellezza dell’antichità. Scopriamo così l’uso di alcuni composti che oggi sembrano un pò strani, ma che modificati un pò, possono ancora essere interessanti. Ovidio parla in particolare di alcuni composti da spalmare sulla pelle del viso.

Unguenti e creme profumate dell'antichità, Ovidio Ewan Bellamy foto

Vediamone uno (le seguenti ricette sono degli adattamenti):

* prendi dell’orzo e delle fave (meglio ridotti in polvere), mischia il tutto con le uova, finchè viene una mistura amalgamata; fai seccare questa mistura e poi polverizzala (Ovidio dice “fallo macinare con la mola da un’asina lenta”).

Una volta ottenuta la polvere, setacciala, e uniscila al miele per ottenere un composto da usare come maschera per il viso.

Un’altra ricettina che Ovidio consiglia è questa:

* fai una mistura di finocchi, mirra e petali secchi di rosa; aggiungi incenso. Unisci il tutto a dell’acqua nella quale è stato lasciato macerare dell’orzo.

E’ interessante notare l’uso delle resine, in forma di polvere, e la rosa, da sempre amica della bellezza femminile. Oggi noi potremmo tradurre questa formula utilizzando al posto delle resine l’olio essenziale delle resine stesse, quindi olio essenziale di incenso e olio essenziale di mirra.

E’ da notare anche l’uso dell’orzo e dei legumi: l’orzo, con le sue proprietà antinfiammatorie, è utilizzato non solo nella nostra tradizione ma per esempio anche in quella ayurvedica come antipitta (e anche antikapha); e i legumi, tra i quali forse i ceci sono più conosciuti come rimedio cosmetico, per la cura della pelle come emollienti.

Questi composti così particolari erano di fatto per i romani quello che per noi oggi sono le creme; e vi era un largo uso anche di composti con oli vegetali, sia per la cura della pelle che per la profumeria. Anche i profumi dell’antichità non erano come quelli che abbiamo noi oggi; la loro base era l’olio vegetale, in genere olio di olive acerbe, o olio di sesamo, o di mandorle dolci.

Papaver rhoeas usi nei cosmetici antichi

Nella parte finale del testo troviamo questa indicazione:

“Vidi quae gelida madefacta papavera lympha
contereret, teneris illineretque genis”
 “Ho visto una donna che pestava, e applicava sulle tenere guance,
papaveri fatti macerare nell’acqua fredda”

che ci riporta agli usi tradizionali del Papaver rhoeas; questo bel fiore è rinfrescante e mucillaginoso, e probabilmente la donna che vide Ovidio stava usando una sua macerazione a freddo come emolliente e antinfiammatorio per il viso. Da provare 🙂 !

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