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Vanilla planifolia, la Vaniglia da un punto di vista simbolico e sottile in Aromaterapia

La Vaniglia…questo meraviglioso aroma che molte persone amano, e che dona ai prodotti di pasticceria un gusto e profumo speciali e avvolgenti…

Oggi riflettiamo sulla Vaniglia da un punto di vista più simbolico e sottile; quanto segue è frutto di una mia riflessione personale, e vuole essere uno spunto per “andare oltre” alle solite considerazioni sulle essenze più note, o sugli aromi che ci troviamo tra le mani spesso ma che in realtà non conosciamo a fondo.

Oleoresina di Vaniglia in PsicoAromaterapia(Illustrazione: Marjoire Leggitt)

La Vaniglia, che in Aromaterapia viene utilizzata in forma di oleoresina, ha un odore profondo, caldo, quasi di rum. La sua perfetta avvolgenza ci ricorda un abbraccio forte; a me personalmente ricorda la figura di una donna forte, calda, dolce. La dolcezza della Vaniglia naturale è intensa ma non è stucchevole; le sue origini come pianta spontanea sono in Messico. Nata quindi da un territorio dove l’energia di terra è molto forte (nello stesso territorio ricordiamo nasce il Cacao e il Legno di Campeggio), la Vaniglia, con la sua squisita femminilità, porta a livello psicologico un supporto forte e allo stesso tempo dolce, un caldo sorriso in un volto pieno di luce.

L’odore dell’oleoresina di Vaniglia è elevante, pieno, ricco di forza, e il profumo in particolare della Vaniglia proveniente dal Messico mantiene una maggiore intensità e “forza di terra” rispetto alla Vaniglia coltivata per esempio in Madagascar.

Questa immagine di una donna forte, intensa, ispiratrice descrive bene quale possa essere l’uso di questo olio essenziale in PsicoAromaterapia. E per un attimo, vorrei portare la tua attenzione su cosa sia invece la vanillina.

La vanillina si trova in commercio in polvere, ha un odore di Vaniglia portato all’ennesima potenza, diciamo un dolce dal mio punto di vista edulcorato e stucchevole . La vanillina è usatissima in pasticceria e in generale anche in profumeria, dove l’odore della Vaniglia è stato sostituito da molte varianti chimiche.

Immaginiamo ora per un attimo il significato simbolico della sostituzione: in un profumo femminile per esempio, immagina cosa significhi usare l’olio essenziale di Vaniglia, con la sua ricchezza energetica e simbolica, e cosa possa voler dire utilizzare invece un “odore di Vaniglia”, che sia creato “a tavolino”. A che donna ti fa pensare la vanillina? A quale tipo di femminilità?

Ecco uno dei motivi per i quali la Profumeria botanica è un percorso interessante e interiore: l’uso delle sostanze prime, originarie, vegetali ci permette di conservarne tutta la parte energetica, simbolica, viva, dinamica…e quindi di preparare profumi che abbiano ancora intatto il “messaggio” energetico, psicoaromaterapico delle essenze, e quindi delle piante dalle quali esse provengono.

Le oleoresine implicano un processo estrattivo nel quale si utilizza per esempio l’esano, quindi non sono “purissime” come fossero estratte in corrente di vapore; detto questo, l’integrità della forza odorosa e energetica della sostanza è verificabile da chiunque anche soltanto olfattivamente. Volendo utilizzare un preparato autoprodotto, si possono comprare dei baccelli di Vaniglia, e metterli in macerazione in alcol, per fare una tintura profumata.

La Vaniglia è, dal mio punto di vista, espressione di una femminilità piena, dolce, ispiratrice…Questa intensità, questa forza vitale e  bellezza può essere trasmessa solo dalla pianta e dalle sue espressioni olfattive originarie anche perchè la sua ricchezza espressiva proviene da un insieme di molecole, non soltanto da una…!

Qui puoi leggere ulteriori approfondimenti sull’uso dell’olio essenziale di Vaniglia.

I Profumi nell’Antica Roma: la testimonianza di Plinio il Vecchio sulla Composizione dei Profumi nell’Antichità

Plinio il Vecchio ci racconta nella sua Storia Naturale molti particolari sugli usi della Profumeria antica, e in particolare quella di Roma e del bacino Mediterraneo.

Plinio racconta: “Non saprei dire facilmente quando sia penetrato per la prima volta a Roma l’uso del profumo. Certo è che, debellati il re Antioco e l’Asia, nell’anno 189 a.C. i censori P.L. Crasso e L.G. Cesare promulgarono un editto che vietava a chiunque di vendere profumi esotici. Eppure qualcuno ormai, per Ercole, li mischia anche alle bevande, e il loro aspro aroma è tenuto in così grande considerazione che il corpo trae piacere dall’abbondante odore sia all’interno che all’esterno”.

Vediamo quindi che nell’antica Roma l’uso dei Profumi era ampio e abbondante, e che il loro uso sul corpo era correlato anche al loro uso in cucina: ne avevo accennato in un mio precedente articolo riguardante le ricette dei vini profumati di Apicio.

Profumi antichi a Roma, uso del Cinabro

Cinabro, foto H.Zell – Wikipedia

E Plinio ci aiuta anche a capire che cosa fosse inteso all’epoca per Profumo: “due sono gli elementi utilizzati per la fabbricazione del profumo, il succo e l’essenza: il primo, in genere, consiste nei vari tipi di olio, la seconda negli odori; nell’un caso si parla di elementi astringenti, nell’altro di aromi. Un terzo elemento, connesso con questi, del quale molti non fanno menzione, è il colore; per produrlo si aggiungono cinabro e anchusa. Una spruzzata di sale ha la funzione di mantenere inalterata la natura dell’olio. Ai profumi cui sia stata aggiunta anchusa non si aggiunge sale. Si addizionano resina o gomma per fissare all’essenza l’aroma che, in caso contrario, rapidissimamente svanisce e si perde”.

Aryballos, contenitore per profumi antichi

Aryballos, foto Wikipedia

Ecco una descrizione completa della composizione di un Profumo dell’Antichità; odore, consistenza e…colore. Questo aspetto attualmente viene poco valutato, ma in effetti l’aspetto del colore, soprattutto utilizzando materie prime naturali, si pone, visto che quasi mai è possibile ottenere la trasparenza, e anzi, il colore potrebbe essere indotto utilizzando alcune essenze o addizionando il Profumo di sostanze tintorie.

Anche all’epoca c’era il problema della conservazione delle sostanze (un problema sentito molto di più che al giorno d’oggi!) e il sale rappresentava sicuramente una sostanza facilmente reperibile in grado di mantenere inalterate le qualità del prodotto per un periodo medio-lungo. Anche la presenza di resine e gomme dava stabilità alla creazione profumata, in modo naturale. Ancora oggi nei Profumi botanici utilizziamo le resine per dare consistenza e stabilità, e per fissare le sostanze olfattive più volatili.